Discriminazioni alle urne?

Alle urne non tutti sono uguali. Nella grande maggioranza dei cantoni svizzeri, essere sottoposti a curatela generale o a un mandato precauzionale per incapacità di discernimento costituisce ancora un impedimento al voto. 
 

Situazione attuale

La Costituzione federale sancisce che “i diritti politici in materia federale spettano a tutte le persone di cittadinanza svizzera che hanno compiuto il diciottesimo anno d’età, purché non siano interdette per infermità o debolezza mentali” (art. 136 cpv. 1 Cost.). La legge federale sui diritti politici precisa inoltre che le persone toccate da questa disposizione sono quelle che, a causa di un’incapacità permanente di discernimento, sono protette da una curatela generale o da un mandato precauzionale. Ciò significa escludere dal voto numerose persone affette da demenza spesso protette da questa secondo istituto giuridico. 

A livello cantonale, la maggior parte delle costituzioni prevede restrizioni simili dei diritti politici. Queste persone non hanno dunque il diritto né di votare né di essere elette in seno ai cantoni e ai comuni. 

A livello internazionale, le persone che non dispongono di capacità giuridica generalmente non possono votare. La situazione sta tuttavia evolvendo e persone sotto una misura di protezione che in Svizzera corrisponderebbe a una curatela possono ora votare in Danimarca, Francia, Germania o Spagna. 

Si nota con piacere che uno sviluppo simile sembra avvenire anche in Svizzera, in particolare negli ultimi mesi. 
 

L’esempio ginevrino

Il 29 novembre 2020 l’elettorato ginevrino ha votato sul recupero del diritto di voto a livello comunale e cantonale per le persone incapaci di discernimento sottoposte a curatela generale o a un mandato precauzionale. Questa modifica legislativa è stata accettata dal popolo ginevrino con una maggioranza di più del 74%.

Secondo Alzheimer Svizzera questa decisione innovativa abolisce un’importante discriminazione per le persone affette da demenza. La nostra organizzazione spera che essa sia presto seguita da altre simili, dato che è stata recentemente portata a livello federale attraverso un’interpellanza (21.3295) e un postulato (21.3296) che chiedono uno studio delle misure da prevedere affinché le persone con una disabilità intellettuale possano partecipare pienamente alla vita politica e pubblica secondo il principio della non discriminazione. Ci sono molte ragioni per sostenere il modello ginevrino e non escludere così a priori dal voto persone affette da demenza. Una persona affetta da demenza che ha bisogno di aiuto nella gestione dei suoi beni o di alcuni affari privati può essere in grado di formarsi un’opinione politica. Una cosa non esclude l’altra.

Un primo passo è stato fatto nella giusta direzione con l’esempio di Ginevra ed è positivo che sia iniziato un processo di sensibilizzazione. Queste riflessioni sull’inclusione politica potrebbero costituire il punto di partenza per altri progetti, facilitando per esempio l’accesso al voto attraverso l’introduzione di materiale elettorale in un linguaggio di facile lettura.